Maestro, lei è pianista, compositore e Direttore d’orchestra. Quali sono i motivi che da bambino l’hanno condotto allo studio della musica?
È stato molto naturale. I miei genitori mi regalarono, all’età di tre anni, una pianola Bontempi. Iniziai a provare un istintivo piacere ad ascoltare i suoni susseguirsi l’uno all’altro e cominciai a comporre le prime, ingenue melodie contemporaneamente alle prime parole. Improvvisavo pensando alla pioggia, al vento… questo mi racconta mia madre.
Vita privata e arte si confondono tra loro: sua moglie, Ghislaine Valeriani è Prima ballerina dell’Arena di Verona. Con la sua collaborazione ha diretto molti Galà di danza con i premier danseur della Scala, del San Carlo, dell’Arena e della Staatsoper di Berlino. Qual è stata la sua prima esperienza in tal senso?
Ho conosciuto mia moglie all’Arena di Verona elavorando insieme abbiamo iniziato a parlare di “danza e musica”. Un giorno una sua amica, le chiese di organizzare un Gala e ci trovammo a ragionare sulla scelta dei brani musicali, sulle coreografie, sugli interpreti, e su come legare, in un perfetto connubio, tutti questi elementi. Il gala si tenne in Liguria ed io ero particolarmente emozionato perché seduto in prima fila, c’era il Maestro Chailly. Fu molto gentile, alla fine dello spettacolo venne a salutarmi.
Dal 2001 è Maestro del Teatro alla Scala di Milano, dove ha affiancato numerosi direttori quali Barenboim, Dudamel e ha collaborato con artisti come Roberto Bolle, Silvie Guillem, Svetlana Zakharova. Che ricordi ha di ciascuno di loro?
Alla Scala ho potutolavorare sia nel balletto sia nell’opera lirica. Il Maestro Barenboim mi ha fatto capire molto chiaramente l’importanza di “aver cura di ogni dettaglio ma senza mai perdere la visione d’insieme “. E poi il senso drammaturgico di una partitura. Quando si lavora con un cantante, non si può non avere in mente ciò che farà sulla scena. E la partitura contiene gli elementi per avere un’idea chiara di ciò che accadrà sul palcoscenico. Dudamel è una persona che comunica serenità, dirige con naturalezza. Suonare il pianoforte per Bolle e Zakharova mi ha fatto capire l’importanza di “suonare guardando” e divenire una tutt’uno con i due artisti che stanno, col corpo, dialogando sul palco. SilvieGuillem, invece, mi ha colpito per la grande capacità di interpretare i grandi ruoli del balletto classico rendendoli vivi e attuali pur nella massima cura filologica.
Quali differenze sussistono per un Direttore d’orchestra tra la direzione di un’opera e di un balletto?
Veramente poche. Se si ha confidenza con il canto e la danza ci si rende conto che le stesse regole valgono tanto per il balletto quanto per la lirica. Si “respira” con il cantante come con il danzatore.
Il rapporto più stretto, durante la direzione di un balletto, lo instaura col coreografo, col regista o con i danzatori?
In generale il rapporto è stretto con il coreografo. È con lui che s’imposta tutto il lavoro. Se poi esiste anche il regista di un balletto, cosa abbastanza rara, le tematiche si affrontano anche con lui. Inevitabile poi la collaborazione con gli interpreti in scena.
Da professionista che ha diretto, e dirige per il balletto, che idea si è fatta dell’attuale condizione della danza in Italia?
Trovo che l’Italia abbiaenormi potenzialità non debitamente sfruttate. Sono moltissimi i talenti che escono dalle tante scuole private e dalle accademie istituzionali, ma difficilmente trovano lavoro nel nostro paese tanto da essere costretti a recarsi all’estero. E questo è un vero peccato.
Nella sua carriera ha diretto concerti, opere, balletti. Qual è l’ambito in cui si ritrova maggiormente?
Li amo tutti e tre. Ciascun ambito mi offre l’occasione di crescere musicalmente e di migliorare.
Lo scorso sabato ha diretto presso il Teatro Antico di Taormina, l’orchestra per il balletto Carmen di e con Josè Perez. Che spunti offre, per la danza, la partitura di Bizet?
La Carmen di Bizet è un miracolo nella storia della musica. I “motivi” melodici, armonici e ritmici si fondono sapientemente tra loro mettendo in risalto i sentimenti umani. Lavorare a questa nuova versione di José Perez è stata un bellissimo viaggio basato su una collaborazione all’unisono tra me e il coreografo. Un lavoro certosino che mi ha visto seguire le prove in sala ballo e che ha visto Josè assistere alle letture con l’orchestra. Il risultato è stato uno spettacolo bellissimo realizzato presso il Teatro Antico di Taormina, a mio avviso uno dei luoghi più suggestivi al mondo. Sono davvero felice che la critica abbia manifestato un generale consenso nei confronti di questo balletto. In particolare l’intesa tra la musica e la scena ha suggerito a un critico di scrivere che “i musicisti del Teatro Bellini di Catania suonassero magistralmente e quasi col fiato sospeso”. Questo era il mio obiettivo, non potevo sperare di meglio.
Quali impegni l’attendono dopo la Carmen a Taormina?
Il prossimo 28 luglio dirigerò un concerto con una formazione di centouno violoncelli nell’ambito del Festival di Bertinoro.Seguiranno una serie di concerti per piano intitolati “Il viaggio” in cui ci sarà spazio per alcune mie composizioni e alcuni ospiti. Com’è accaduto a San Gemini, dove accanto a me si sono esibiti cinque giovanissimi pianisti i quali hanno eseguito i propri brani a due, quattro e, insieme con me, sei mani. Il 29 luglio suonerò a Barga con il soprano inglese Deborah York, e il prossimo autunno mi attende un altro entusiasmante impegno legato alla danza e a Josè Perez: un concorso internazionale di danza con l’orchestra dal vivo.
Festival di BertinoroJosè PerezRoberto BolleSilvie GuillemStefano SalvatoriSvetlana ZakharovaTeatro Antico di Taormina
Francesco Borelli
Francesco Borelli si forma tra Milano, Roma, Parigi e New York. Personalità ecclettica ha attraversato il mondo della danza in qualità di danzatore prima e insegnante e giornalista poi. Ha lavorato come solista al “Balletto di Milano”, ricoprendo spesso ruoli da primo ballerino. Ha danzato presso il Teatro Regio di Parma, il Teatro Regio di Torino nella “Aida” diretta da William Freadking con le coreografie di Marc Ribaud, Teatro Verdi di Trieste, Balletto del Sud di Fredy Franzutti, Balletto dell’Esperia di Paolo Mohovic, Compagnia di Andrè De La Roche, Compagnia di Mvula Sungani. Ha ballato nei video di Alexia, della Premiata Forneria Marconi e di Malika Ayane. Danzatore durante il “Festival di Sanremo” del 2010 con Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta, ha lavorato in Spagna, in Germania e in Francia nello spettacolo prodotto da Pierre Cardin “Casanova, amori e inganni a Venezia”, con le coreografie di Julien Lesteel. Solista presso la Compagnia “Danza Viva” di Trento, ballerino ne “L’isola dei pappagalli” prodotto dalla Regione Toscana in collaborazione col Teatro Metastasio di Prato. Primo ballerino nel film “Star Fish Tango” diretto dal Premio Oscar Rutger Hauer. Ballerino per il tour di sfilate della Levi’s, è stato coreografo dello spot Benetton del 2011 e ballerino per lo spot Benetton del 2013. Ha danzato negli spot “Fiat 500” e “Mediaset Premium” e in “Tablò” con le coreografie di Jan Jacques Pillet del Cirque du soleil. Ha ballato nelle convention della “Just Italia”, della “Rolex”, per i 40 anni dello Yacht Club Di Porto Cervo ed è stato ballerino e coreografo per la convention di Cartier a Milano. Ha danzato come partner di Luciana Savignano in “Red Passion” e di Maria Grazia Galante in “Faust” e nel “Bolero” con le coreografie di Maurice Bejart. Inoltre ha ballato con Raffaele Paganini e Ruben Celiberti. Dal 2012 al 2015 ha lavorato presso il Teatro dell’Opera di Nizza coma ballerino e assistente del coreografo Serge Manguette. Nel 2016 ha danzato presso il Conservatorio di Lione nella commedia musicale “Un tè per due”. Ha coreografato e diretto lo spettacolo “Una Notte a Broadway” per l’Opera di Nizza, il balletto “Tu che mi hai preso il cor” e “Liones in jazz” per il Teatro coccia di Novara. Ha scritto di balletto per “Tutto Danza” e per il “Giornale della danza”. Attualmente scrive per il “Novara Oggi” e dirige la rivista online “Dance Hall News”, tra le più lette in Italia. Ѐ direttore artistico del “Novara Dance Experience” (che ha visto, fino ad ora, la partecipazione di Carla Fracci, Oriella Dorella, Luciana Savignano, Lorella Cuccarini, Rossella Brescia, Luciano Cannito e Giuseppe Picone) e dell’omonimo evento che ha avuto la sua prima edizione nel mese di giugno del 2018 e che ha coinvolto gran parte del mondo della danza italiano. Dal 2019 il Novara dance Experience si trasformerà in un vero e proprio Festival della durata di quattro giorni. Insegna danza classica e moderna a Novara, Como, Piacenza e a Milano presso l’Accademia dell’étoile Isabel Seabra. Dà stage in Italia e all’estero.